lunedì 31 ottobre 2016

Step 10 - Emblemi, Loghi e Brand dove il Rosso è Protagonista


Perché il logo di Facebook è Blu?

Perché il logo di Barbie è Rosa?

Perché il logo dell'Algida è Rosso?






Questa simpatica immagine attribuisce ad ogni colore una sensazione, un sentimento che si vuole trasmettere al cliente.

Nel caso del Rosso, come detto più volte, è sinonimo di eccitazione, forza e passione.



Ho deciso di analizzare il logo nutella :


Nutella è il nome commerciale italiano di una crema
gianduia contenente cacao e nocciole. Fu creata nel 1964 dall'industria dolciaria piemontese Ferrero di Alba (Cuneo), a partire da una precedente crema denominata Pasta Giandujot e poi SuperCrema. Il nome deriva dal sostantivo nut, che significa "noce" in inglese, e il suffisso italiano ella, per ottenere un nome orecchiabile.L'origine della Nutella è legata al cioccolato Gianduia, che contiene pasta di nocciole. Il Gianduia prese piede in Piemonte nel momento in cui le tasse eccessive sull'importazione dei semi di cacao cominciarono a scoraggiare la diffusione del cioccolato convenzionale. Pietro Ferrero possedeva una pasticceria ad Alba, nelle Langhe, area nota per la produzione di nocciole. Nel 1946 vendette il primo lotto, costituito da 300 kg di Pasta Giandujot. Si trattava di una pasta di cioccolato e nocciole, venduta in blocchi da taglio. Nel 1951 nasceva invece la Supercrema, conserva vegetale venduta in grandi barattoli.Nel 1963, Michele Ferrero, figlio di Pietro, decise di rinnovare la Supercrema, con l'intenzione di commercializzarla in tutta Europa. La composizione venne modificata, così come l'etichetta e il nome: la parola "Nutella" (basata sull'inglese "nut", "nocciola"), e il logo vennero registrati verso la fine dello stesso anno, restando immutati fino ad oggi.Il primo vasetto di Nutella uscì dalla fabbrica di Alba il 20 aprile del 1964. Il prodotto ebbe successo istantaneo, nel 1965 uscì in Germania dove riscosse subito un enorme successo, mentre l'anno successivo uscì in Francia. Rimane a tutt'oggi estremamente popolare e viene spesso citato in romanzi, canzoni e opere cinematografiche.Nel giugno del 2010 il Parlamento Europeo ha approvato una normativa in base alla quale tutti gli alimenti contenenti molti grassi e zuccheri devono inserire nella loro etichetta l'avviso del "miglior profilo nutrizionale". L'iniziativa, volta a combattere l'obesità offrendo più informazione ai consumatori, è stata criticata dal vicepresidente della Ferrero SpA Francesco Paolo Fulci, che ha creato il comitato "Giù le mani dalla Nutella", sostenuto dalla regione Piemonte e dal ministro per le Politiche Europee Andrea Ronchi, che ha invitato l'Unione europea a non cadere nel "fondamentalismo nutrizionista".

Piccola curiosità:

Nel 1951, durante i primi mesi della messa in vendita sul mercato della Nutella, il tappo del contenitore era di color rosso. È stato in seguito modificato in bianco per diminuire (anche se di poco) i costi di fabbricazione.

Storia del marchio nutella:











martedì 25 ottobre 2016

Step 09 - L'abbecedario del Colore Rosso






Abbecedario: Libretto usato un tempo per imparare a leggere mediante l’apprendimento successivo delle singole lettere, nell'uso comune, sillabario.
Si dice di componimento poetico, proprio della letteratura latina cristiana, nel quale le lettere iniziali dei singoli versi o delle singole strofe si succedono in ordine alfabetico.



  • A come... Asso di cuori



                                   

  •  B come... Babbo Natale


  •  C come... Cartellino Rosso


  •  D come... Diavolo


  •  E come... Est
(Il rosso è il colore che meglio simboleggia la cultura orientale, dell'est appunto, 
in cina le spose indossano il colore rosso come buon augurio, in India è simbolo di purezza e in Giappone è simbolo di vita).


  •  F come... Fragole


  • G come... Geranio


  •  H come... H&M


(Logo famoso brand di moda svedese)

  •  I come... Iberia
(Iberia Líneas Aéreas de España, nota compagnia aerea che ha fatto del rosso il suo biglietto da visita)


  •  L come... Laurea
https://giftsitter.com/it/blog/post/laurea-perche-il-rosso


  • M come... Marte


  • N come... Natale


  • O come... Ottobre Rosso
(Si tratta di un film statunitense del 1990 diretto da John McTiernan, tratto dal romanzo La grande fuga dell'Ottobre Rosso di Tom Clancy.)

  • P come... Peperoncino


  • Q come... Quentin Tarantino
(Il regista Quentin Tarantino utilizza come colore predominante delle sue pellicole cinematografiche il colore rosso, soprattutto in veste di sangue)


  •  R come... Rossetto


  • S come... Sangue



  • T come... Tramonto


  • U come... Ustione


  • V come... Valentino


  • Z come... Zinnia
(La zinnia è un genere di piante appartenente alla famiglia Asteracee, originario del continente Americano, in particolare del Messico.)


lunedì 24 ottobre 2016

Step 08 - Il Rosso nella Saggezza Popolare


«Malpelo si chiamava così perché aveva i capelli rossi; ed aveva i capelli rossi perché era un ragazzo malizioso e cattivo, che prometteva di riuscire un fior di birbone. Sicché tutti alla cava della rena rossa lo chiamavano Malpelo; e persino sua madre col sentirgli dir sempre a quel  modo aveva quasi dimenticato il suo nome di battesimo»


I "perché" inseriti dal narratore non si spiegano con un vero e proprio nesso di causa ed effetto. E' solo la mentalità popolare che ,in modo superstizioso , associa alla capigliatura rossa alcune caratteristiche negative del carattere. Verga annota puntualmente questa espressione , che riflette il punto di vista popolare. E' la tecnica del discorso indiretto libero, che caratterizzerà "Vita dei campi" ed "I Malavoglia".In base ad essa l'autore italianizza  frasi del gergo popolare, proverbi, modi di dire che riproducono fedelmente la mentalità del gruppo di parlanti in cui è ambientata la novella.
Il racconto si sviluppa in terza persona ( quindi non è discorso diretto ), ma sfrutta liberamente una parlata anonima , che si può facilmente rintracciare nei discorsi della gente del luogo.
La superstizione che rovina la vita a Malpelo, costringendolo ad essere più cattivo di quanto la sua indole non preveda, fa parte di questo inquadramento. Il ragazzo, infatti, è cresciuto a calci e umiliazioni sia per via del ceto a cui appartiene che a  causa dei suoi capelli rossi, che tutti sono convinti essere un segnale della sua malvagità, ma è riuscito a mantenere una scintilla di umanità in sé, come dimostra il rapporto con Ranocchio.




La Napoli superstiziosa:

Napoli è nota al mondo come città del sole, del mare, del Vesuvio e della superstizione. Parole come malocchio e jettatura sono caratterizzanti di certe credenze ben radicate nella mentalità partenopea.
Secondo la tradizione popolare, la jettatura è un’ideologia fortificatasi a Napoli verso la fine del ‘700, presso la corte di re Ferdinando IV, quando arrivò l’archeologo Andrea De Jorio a far visita al sovrano. De Iorio godeva di un’ottima fama per la professione che esercitava, ma suo malgrado era conosciuto anche come uno dei più temibili jettatori. Queste voci preoccuparono molto il re, il quale il giorno dopo, sicuramente per cause naturali legate alla vecchiaia, morì. E’ da quel giorno che tra il popolo napoletano la credenza nella jella aumentò sproporzionatamente!


O’ curniciello napoletano: origini dei suoi effetti benefici

Il popolo partenopeo crede fortemente nel malocchio e nella jettatura e, per tutelarsi al meglio, si munisce di ogni genere di amuleto e talismano. Quello più gettonato è sicuramente il corno, in napoletano “o’ curniciello”.



Renato Fucini, in Napoli a occhio nudo del 1877, descrive l’intera città di Napoli come tappezzata di corni: corni nelle botteghe e nelle case, corni usati come ciondoli di collane e di bracciali. A distanza di circa 140 anni, l’immagine di Napoli è ancora la stessa: vicoli e stradine antiche pullulano di curnicielli.

Le origini di questo oggetto affondano le loro radici nell’età neolitica, nel 3.500 a.C.
Infatti, gli abitanti delle capanne erano soliti appendere un corno sull’uscio della porta, perché considerato simbolo di potenza e fertilità. Successivamente, in età romana, il corno veniva offerto alla dea Iside, affinché assistesse gli animali nella procreazione.
Secondo il mito di tradizione greco-romana, Giove avrebbe donato alla sua nutrice un corno prodigioso, per ringraziarla delle cure ricevute negli anni. Anche il mito, pertanto, tramanda gli straordinari effetti benefici del manufatto.

Come deve essere o’ curniciello per scongiurare la malasorte?

Il curniciello per essere “magico” deve essere realizzato secondo il rispetto di poche, ma necessarie, regole. Innanzitutto, il corno deve essere rosso: colore che, secondo la tradizione popolare, è simbolo della fortuna. Deve essere di corallo: materiale prezioso e per molti dotato del potere di scacciare il male. Ancora, deve essere tuosto, vacante, stuorto e cu’ ‘a pontaIl corno non si compra, ma si regala e si attiva. In che modo può attivarsi? Chiedendo alla persona che lo riceve in dono di aprire la mano sinistra e pungendo il suo palmo con la punta del corno. A quel punto l’oggetto è attivato e pronto a portar fortuna!
Proverbi, modi di dire con la parola rosso:
  • Fiorentini innanzi al fatto; veneziani sul fatto; senesi dopo il fatto; tedeschi alla stalla; francesi alla cucina; spagnoli alla camera; italiani ad ogni cosa; pisantin pesa l'uovo; milanese spanchiarol; veronese cavoso; fiorentin cieco; bolognese matto; mantuan bulhar; ferrarese gambamarze; romagnuolo d'ogni pelo; spagnolo bianco; lombardo rosso; tedesco negro; schiavone piccolo; genovese guercio; veneziano gobbo.


  • Guardati da Toscan rosso, da Lombardo nero, da Romagnuol d'ogni pelo.


  • Il bianco e il rosso va e vien, ma il giallo si mantien;anzi il giallo è un color forte che dura anche dopo morte.


  • Il ciel ne guardi dalla tosse e da quei che ha il pelo rosso e dal verme di finocchio e da quei ch'hanno un solo occhio.


  • Rosso di sera, buon tempo si spera; rosso di mattina, la pioggia si avvicina.


  • Rosso, mal pelo.


  • Se il grande fosse valente e il piccolo paziente e il rosso leale,ognun sarebbe eguale.


  • Tutto il rosso non son ciliege.


  • Tutto il rosso non è buono, e tutto il giallo non è cattivo.


  • Uomo rosso e cane lanuto, più tosto morto che conosciuto.


Da Lucana non posso non inserire un paio di proverbi nel mio dialetto:


  • Tiempe russ re matine, porte l'acqua a la lavine. 

          (Cielo rosso di mattina, porta la pioggia lontano).


  • Russe: o viende o mbusse 

         (Cielo rosso: o vento o pioggia)





( http://www.universonline.it/_tempo_libero/proverbi/detti-lettera-r/rosso.php )

( http://www.lacooltura.com/2015/03/malocchio-e-jettatura-la-napoli-superstiziosa/ )


Step 07 - Il Rosso nel Mondo del Cinema


I registi riescono ad influenzare le nostre emozioni più di quanto ci sia possibile immaginare. Vi basti sapere che la composizione di ogni singolo fotogramma è studiata minuziosamente per colpire il subconscio su più livelli e generare nello spettatore paura, gioia, tranquillità, ansia e persino noia, senza mostrare, di fatto, nulla di particolare. Manipolare le sensazioni è un’operazione complessa, che può servirsi delle più svariate componenti di una pellicola. Usare suoni forti e improvvisi, ad esempio, può generare panico. La stessa cosa vale per un montaggio veloce e frenetico o una fotografia scura, dai toni cupi e stranianti. Al contrario, immagini luminose e patinate possono creare un’atmosfera sognante, meglio se accompagnate da melodie lievi e rilassate.
I colori giocano un ruolo essenziale se si vuole stimolare una certa emozione al posto di un’altra; si può quasi affermare che su un piano visivo siano importanti quanto le espressioni o la gestualità degli attori, è proprio per questo che prima dell'avvento del colore si puntava soprattutto su un trucco che evidenziasse i lineamenti o la mimica facciale. Nell'accezione comune il rosso non evoca le stesse sensazioni del giallo, così come il nero crea un’atmosfera differente dal rosa.
Ad ogni colore corrispondono uno o più significati e modi di fare cinema, spetta solo al regista decidere quali usare.

Il rosso è probabilmente uno dei colori più potenti da mostrare su uno schermo, il rosso è anche quello con più significati. Di solito i registi che ne fanno un uso massiccio stanno cercando di incrementare un senso di rabbia, pericolo imminente, dolore o morte. 

Stanley Kubrick, che è un maestro nell'uso del colore come significante, nel suo 2001: Odissea Nello Spazio dipinge lo sfondo di rosso nella sequenza più claustrofobica e terrificante del film: il momento cruciale in cui Hal 9000 viene disattivato.

Inoltre Kubrick ha utilizzato il rosso in altre memorabili scene dei suoi film più famosi come si può vedere in questo bellissimo video realizzato da Rishi Kaneria 


Non solo il sangue, ma anche luci, vestiti, dettagli dell’arredo ne fanno uno dei colori più usati da Kubrick. Il montaggio comprende scene di Spartacus2001: Odissea nello spazioArancia meccanicaBarry LyndonShiningFull Metal Jacket e Eyes Wide Shut. La colonna sonora? La nona sinfonia di Beethoven, ovviamente.



 Bergman nel suo dramma Sussurri e Grida sceglie il rosso come colore predominante degli ambienti, usato per rendere costantemente palpabile l’alone di morte e dolore che accompagna tutta la pellicola. 





Ovviamente, se inserito in un contesto romantico, il rosso può trasformarsi nel simbolo della passione di due amanti, assumendo un connotato erotico e differente da quello sopra citato. Ne è un esempio l’uso che ne ha fatto Spike Jonze nel suo Her, completamente costruito sulle tonalità calde volte a comunicare lo stato emozionale di un personaggio innamorato.





Gene Wilder nel suo capolavoro La Signora in Rosso è regista e attore della commedia, interpreta un affermato pubblicitario che un giorno s’imbatte in Charlotte, un’affascinante modella che gli fa perdere la testa. Rimane scolpita nell’immaginario cinematografico la sequenza in cui la donna vestita di rosso, imitando la mitica Marilyn Monroe, danza sulla grata del ricircolo d’aria, osservata da un estasiato Gene Wilder.




Krzysztof Kieslowski  con la trilogia Tre Colori in particolare nel terzo capitolo con Film Rosso che il regista polacco ha dedicato ai colori della bandiera francese e al motto della rivoluzione francese, "Liberté, Égalité, Fraternité". In particolare, questo film sviluppa il tema della fraternità, a partire dal senso del dovere della protagonista femminile di occuparsi, maternamente, degli altri.






Ron Howard con Rush, il racconto di una delle più celebri rivalità sportive della storia, quella tra i piloti di Formula 1 James Hunt e Niki Lauda. Nato da un ambiente privilegiato, carismatico e affascinante, Hunt non poteva essere più diverso dal metodico e riservato Lauda: la loro rivalità nacque fin dai tempi della Formula 3 e continuò per anni, anche dopo il terribile incidente di cui fu vittima Lauda nel 1976 al Nürburgring.


A seguire un meraviglioso capolavoro del regista cinese Zhang Yimou con Lanterne Rosse che ha fatto conoscere il regista al mondo intero. Siamo in Cina negli anni Venti. Un ricco cinese si sposa per la quarta volta. Tutte le mogli vivono nell'immensa dimora. La vita matrimoniale è scandita dalle lanterne rosse, che vengono accese davanti alla stanza della prescelta per la notte. Si innescano così gelosie e competizioni, anche mortali.





Per concludere una delle scene più suggestive del panorama cinematografico:
La bambina con il cappottino rosso nel film Schindler's List di Steven Spielberg.




Siamo abituati a immaginare gran parte della storia del primo Novecento in bianco e nero. I filmati, le fotografie, i documentari ci hanno ormai consolidato in quest’idea: riesce davvero difficile pensare a Mussolini, Hitler, Giolitti, Vittorio Emanuele altrimenti che in una scala di grigi. Quest’impressione è talmente radicata, che ci troviamo a guardare involontariamente con sospetto a tutte le ricostruzioni posteriori, dotate di ogni sfumatura cromatica. La scelta di Spielberg, dunque, di girare il suo film sulla shoah, Schindler's List, quasi completamente in bianco e nero, non è stata dettata da ragioni di ordine estetico, bensì da vere e proprie esigenze di realismo. C’è un solo momento, in tutto il film, a parte la conclusione e l’inizio, in cui compare una macchia di colore, ed è il massacro del ghetto di Cracovia e soprattutto l'immagine della bambina con il cappottino rosso.
A un certo punto, Schindler intravede, in una strada affollata in cui si sta consumando l’eccidio, una bambina sola, vestita con un cappottino rosso, che si aggira senza alcuna meta. Evidentemente ha perduto la madre, non ha più una famiglia, è rimasta da sola in mezzo a quel mondo brutale. Schindler la segue con gli occhi: i primi piani si alternano al campo lungo. I rumori intorno a lei diminuiscono, fino quasi a scomparire del tutto; si sente invece un canto struggente, una ninnananna dolcissima che fa da contraltare alle violenze che si perpetuano intorno. Sembra quasi di vedere l’Innocenza stessa attraversare quei vicoli stretti, quelle strade intrise di sangue: nessuno la vede, nessuno si accorge di lei. Alla fine, trovato un portone socchiuso, entra in una casa; in una stanza abbandonata trova un letto, vi si nasconde sotto, coprendosi le orecchie con le piccole mani. Poi la cinepresa la perde, troppo occupata a raccontare quanto avviene lì fuori. La ritroveremo in seguito, un corpicino rosso tra altri corpi in bianco e nero, in un carrettino destinato alle fiamme. Ecco. Possiamo dimenticare tutto, la trama, gli attori, le musiche; tutto. Ma quell'immagine non la dimenticheremo mai.




( http://www.treccani.it/enciclopedia/colore_(Enciclopedia-del-Cinema)/ ) 


(http://www.funweek.it/milano/eventi/i-colori-del-rosso-film-mic-milano.php)


(https://farefilm.it/tecniche-e-tecnologie/colori-nel-cinema-come-sono-usati-dai-registi-e-quali-significati-hanno-6473)